William Ghizzoniwebdesigner: Giorgio Sicurella

IntroduzioneSEZIONE PROFESSIONALESezione MusicaleSezione Personale

Questa sezione contiene vari documenti (ricordi più o meno precisi, nomi, foto,….) che riguardano la mia attività professionale dalla fine degli studi in poi.

Indice

Note, integrazioni, commenti e contributi   clicca qui  

1. Dal 1947 al 1960

Se per attività professionale intendessi un lavoro retribuito, dovrei cominciare dal 1947, quando avevo 10 anni. Risale infatti a quel tempo il mio primo lavoro, quello di organista, in chiesa, durante le funzioni religiose (in realtà, più che l’organo suonavo normalmente un armonium). Allora non ci si poneva il problema del lavoro minorile, e men che meno me lo ponevo io, che anzi ero tutto contento di prendere dal parroco (mio vecchio prozio) qualche spicciolo da spendere in un pacchetto di chewing-gum o in un fumetto, che noi ragazzi chiamavamo giornalino. Da allora di lavori retribuiti di questo tipo ne ho svolto molti, ma tutti in campo musicale (messe, matrimoni, accompagnamenti, lezioni, attività in orchestre,…), perciò ne scriverò – appunto – nella sezione musicale di questo sito.

2. 1961-62 IN MONTECATINI

Il 28 febbraio 1961 mi laureo in Chimica Industriale a Bologna. Va bene, via la modestia: con 110 e lode.
Subito dopo la laurea mi arrivano a casa tre telegrammi di invito ad altrettanti colloqui : dalla Montecatini, dall’Edison e – se non ricordo male – dalle Acciaierie di Terni (allora succedeva: erano le aziende a cercare i candidati, pescando nelle varie università fra gli studenti coi voti migliori). Vado a sostenerli tutti e tre, ma decido subito di accettare l’offerta della Montecatini, per una Borsa di Studio di un anno presso il Politecnico di Milano, nel team del prof. Giulio Natta. Il premio Nobel lo prese più tardi, ma già allora Natta era un’autorità in campo mondiale, per la chimica, e lavorare con lui era motivo di grande orgoglio.
Dopo un incontro in Largo Donegani con la mitica sig.ra Campi (forse qualche vecchio come me la ricorderà) e un colloquio tecnico col prof. Mario Farina, prendo servizio al Politecnico. In laboratorio con me ci sono G. Bressan, M. Donati, G. Modena, S. Ripamonti e V. Sgaramella. Tutti riportiamo al prof. Farina, sopra al quale ci sono il prof. Mazzanti e infine il prof. Natta (già sofferente di Parkinson). Come me entra al Politecnico anche il mio caro amico Gianni Giroldi, con cui divido alloggio (in pensione in una casa privata, in Via Poggi) e viaggi di fine settimana a e da Reggio Emilia. Lui però lavorerà direttamente col prof. Mazzanti alla sede distaccata del “Cremlino”, in via G. Colombo. Le ricerche che facciamo sono nell’area dei polimeri isotattici, nel tentativo di scoprire altri polimeri superiori che permettano uno sfruttamento industriale, come già avvenuto per il polietilene (Moplen) e il polipropilene (Meraklon). Sono ricerche molto fini, delicate e anche pericolose (si lavora quasi sempre “sotto azoto”, e il rischio di incendi o esplosioni è all’ordine del giorno), che però non daranno grandi frutti.

Il lavoro al quale contribuisco, comunque, viene pubblicato negli Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Sarà la mia prima e unica pubblicazione scientifica, ma confesso che mi ha sempre fatto un bell’effetto vedere comparire il mio nome accanto a quello di un Premio Nobel…

  2a - Nicotina  

Quando lavoravo al Politecnico, nel 1961, ero un fumatore (lo eravamo tutti o quasi, in quegli anni), e mi piacevano le sigarette estere, molto di più di quelle italiane. Così ne compravo di tanto in tanto in tabaccheria, compatibilmente con il denaro a disposizione. Qualche volta capitava anche di comprarne di contrabbando. E lo facevo soprattutto da un uomo che smerciava in Piazza Leonardo da Vinci, davanti al Politecnico. Costui era un individuo di mezza età, che indossava – in tutte le stagioni, anche in quelle calde – un impermeabile fornito non so di quante tasche. Tasche piene, naturalmente, di sigarette, anzi di intere stecche di sigarette. Era veramente buffo da guardare: al mattino appariva molto grasso, sotto l’impermeabile, ma poi verso sera era stranamente dimagrito… Nel mondo dell’Università gli avevano affibbiato un nome ad hoc: lo chiamavano – e lo chiamavamo anche noi – Nicotina.

Alla fine dell’anno di Borsa di Studio (marzo 1962) la Montecatini offre una scelta: restare al Politecnico e proseguire oppure passare all’Istituto di Ricerche Donegani a Ferrara. Scelgo questa soluzione e mi trasferisco a Ferrara, ancora insieme a Gianni Giroldi. Non avrò più contatti con i miei colleghi di allora, salvo che con S. Ripamonti, che ritroverò anni dopo a Milano, e un fugace incontro con V. Sgaramella, diventato nel frattempo un’autorità nel campo della genetica. A Ferrara il livello di ricerca si sposta di un gradino, passando da quella pura a quella applicata (per intendersi, non si lavora più in provetta bensì in autoclave). L’area di studio si concentra sul polibutadiene, nella speranza di trovare un sostituto efficiente ed economico della gomma naturale (il caucciù, costoso e disponibile in quantità non illimitate). La speranza andrà poi largamente delusa… I miei capi sono: il dr. Giacchetti, sopra di lui il dr. Berti e sopra ancora il prof. Bua.

  2b - I colleghi di Ferrara  

Qui elenco qualche altro nome di persone che lavoravano come me allo stabilimento Montecatini di Ferrara:

3. 1963-64 IL SERVIZIO MILITARE

N.B. A questo punto comincia il capitolo del Servizio Militare, che però io inserisco a pieno titolo nella mia attività professionale (v. spiegazione in fondo al capitolo)

Ormai ho 25 anni inoltrati, e non posso più rinviare il servizio militare, come ho fatto finora per motivi di studio. Chiedo di concorrere per il Corso Allievi Ufficiali, sia per l’Esercito sia per l’Aeronautica, e sostengo entrambe le prove. Stranamente, non vengo accettato per l’Esercito ma lo sono per l’Aeronautica…Meglio, molto meglio così. Il 31 gennaio 1963 vado a Firenze, dove comincia – presso la “Scuola di Guerra Aerea” (allora si chiamava ancora così…) – l’XImo.Corso A.U.C. Con me non c’è più Gianni Giroldi, che eviterà il servizio come terzo figlio; però c’è l’altro mio grande amico R. Marmiroli, che in seguito diventerà anche mio cognato.
Come un po’ in tutti i Corsi dell’Aeronautica in quegli anni, più o meno due terzi degli allievi provengono da Roma, il resto un po’ da tutta Italia. Il Corso è duretto, ma me la cavo abbastanza bene. A fine maggio si conclude, dopo la cerimonia del Giuramento. Adesso sono Sottotenente.

Maggio 1963, Firenze. Foto ufficiale del XI Corso A.U.C. prima del Giuramento
  3a. Gli Allievi Ufficiali della sezione Missili, per cognome: 

Angelini, Ansaldi, Banditori, Belmonte, Bergamasco, Bertini, Bodini, Bonotto, Bordini, Bosi, Bresci, Cavandoli, Cherchi, Cocchi, Conte, Conti, Coscelli, Costa Sanseverino, Cuffaro, De Bello, Fiorio, Fontana, Gelsomini, Ghizzoni, Goretti de’ Flamini, Grimaldi, Guerra, Lotti, Landi, Ingianna, Marmiroli, Mazza, Monaci, Monaco, Navach, Pacchioni, Panichi, Panunzio, Patellani, Perniola, Piani, Pirro, Pisani, Premoli, Rosini, Scalesse, Scarabellotto, Spadaro, Teresi Richichi, Terracina, Terranova, Testa, Trapanese, Traversi, Trosini, Unfer, Vangelista, Venturi, Vigni.

Di tutti loro conservo, come caro ricordo, la firma apposta sulla rivista di fine corso, “Gheregheghez”, con nomi e foto dei nostri capi e degli allievi della altre sezioni. E anche una simpatica caricatura che mi fece A. Bosi di La Spezia. E’ molto improbabile, ma se per caso qualcuno di questi miei ex commilitoni si riconoscesse nell’elenco qui sopra e si volesse manifestare, ne pubblicherei volentieri il nome, eventualmente una foto e anche notizie aggiornate su “ciò che ha fatto dopo” (senza nominarli, so per certo che alcuni di questi hanno fatto una bella carriera. Ad esempio, uno è diventato giornalista, uno direttore di un’associazione professionale di alto livello, uno addirittura ambasciatore…)

Verso fine giugno, dopo una licenza di una ventina di giorni, prendo servizio come Ufficiale di prima nomina a Padova, dove seguirò il corso di addestramento nella I° Aerobrigata I.T. (Intercettori Teleguidati: in pratica, missili di difesa terra –aria), la specialità che avevo scelto alla fine del corso A.U.C. Il corso dura un mese. Alle fine, cerimonia ufficiale di conclusione, nella quale il Comandante Ramaciotti mi consegna la medaglia di miglior allievo del corso. Posso nasconderlo? Ne vado fiero.

In agosto mi trasferisco nel 79° Gruppo, la squadriglia di Zelo, in provincia di Rovigo. Essa, come le altre squadriglie, tutte nel Nord Italia, è inserita nella rete di difesa NATO. Comandante ne è il Cap. T. Battistuzzi, il quale però sarà spostato ad altra sede dopo poche settimane. Lo sostituisce il Cap. Bargi (di Complemento). In Squadriglia con me c’è ancora R. Marmiroli, che però qualche mese dopo verrà spostato a quella di Bovolone. In squadriglia ci sono anche altri Ufficiali. Alcuni sono di Complemento, e si congederanno di lì a poco (Cambiaso, Colonna di Paliano, Pacces…). Altri invece sono in servizio permanente effettivo, e me li troverò come colleghi per tutto la durata del mio servizio di leva.

  3b. Nomi di Zelo: 

Segno qui altri nomi di persone in servizio alla base di Zelo in quel periodo, per quanto io mi possa ricordare dopo 50 anni.


Ufficiali:

Allamprese, Ciprian, Conti, Luppi, Marmiroli, Pacchioni, Scarabellotto +, (Rivello), Terracina, …

Poi Sottufficiali e Avieri:

Andreoni, Angelucci, Broccio, Campi, Cavallari, Coda, Fusco, Guagnetti, Iaia, Lodi, Malasoma, Masini, Morelli, Muratore, Paglione, Ricci, Righi, Santolini, Schettini, Signore, …

Ho anche diverse foto prese allora, e anche altre prese anni dopo, per la celebrazione del trentennale della Squadriglia.

Ecco qui alcune foto di quel periodo, fra le tante che conservo.

1963 - Davanti all'elicottero di servizio


1963 - Con due colleghi


1963 - La mia squadra

In marzo vengo scelto come Ufficiale di comando della squadriglia per andare a fare l’esercitazione NATO negli Stati Uniti, a Fort Bliss (Texas). Faccio le dovute vaccinazioni e cominciamo a fare le pre-esercitazioni, ma improvvisamente viene approvata una legge dello Stato che riduce il servizio di leva da 18 a 15 mesi. E i miei 15 mesi scadono a fine aprile, prima della partenza per gli U.S.A…In sostanza, o mi raffermo (ma perderei il diritto di reintegro in Montecatini) o rinuncio ad andarci. Scelgo, sia pure a malincuore, di rinunciare, il che obbliga il cap.Battistuzzi - già pratico di esercitazioni NATO – a rientrare precipitosamente e prepararsi a partire in mia vece in breve tempo. A fine aprile 1964 mi congedo, con l’affettuoso saluto dei miei capi, colleghi e “subalterni” (così si chiamavano i Sottufficiali e la truppa..). Solo per la cronaca: qualche anno dopo incontrerò di nuovo – a Roma, per puro caso – T. Battistuzzi, passato nel frattempo come pilota civile in Alitalia, e diventeremo buoni amici.

  3c - Una perdita di tempo il servizio militare? Per me no certamente! 

Io ho preso il servizio militare sul serio, e ne ho ricavato grandi soddisfazioni, specialmente nell’ultima fase, in squadriglia,. Ne ho anche ricavato vantaggi fattuali: ho migliorato il mio inglese (prima solo scolastico), grazie alla manovre e ai manuali tutti in inglese. E soprattutto ho imparato molto nell’area del Management: guidare - cioè farsi ascoltare, stimare e assecondare da – persone che spesso non sono lì per scelta, ma per dovere ineludibile (il servizio di leva, allora obbligatorio, fatto quasi sempre malvolentieri) richiede veramente un impegno e uno sforzo particolari. E direi quasi che mi hanno fatto più piacere, al momento del congedo, i segni di stima e di affetto dei miei subordinati che quelli di apprezzamento dei miei superiori, peraltro molto graditi.
E’ soprattutto per queste ragioni che considero il servizio militare come parte integrante della mia vita professionale, oltre naturalmente che di quella personale



  3d. Sentimenti o sentimentalismi? O addirittura militarismo? 

Ci sono stati momenti, durante il mio servizio militare, in cui venivo preso da una forte commozione. Ne elenco alcuni:

Se rievoco tali momenti durante una conversazione superficiale è quasi sicuro che mi senta bollare di sentimentalismo, accusare di essere proprio un "sentimentale”. Sarà anche vero. Eppure, io credo che la commozione autentica sia semplicemente l’espressione di un sentimento, e non riesco a vederci motivi per vergognarmene. C’è poi il rischio (spero remoto) che qualcuno mi possa giudicare militarista, per quanto detto sopra. Io militarista? Francamente non mi sento tale. Una cosa posso dire: ho fatto il servizio militare nel 1963, quando la seconda guerra mondiale era finita da non molti anni e quando lampi di guerra si erano avvertiti e si avvertivano ancora nell’aria (la guerra di Corea, la rivolta ungherese, i missili di Cuba, la contrapposizione dei blocchi est-ovest,…). A me, prepararmi per essere pronto a difendere il mio paese nel caso che la guerra da “fredda” diventasse “calda”, allora non sembrava degno di riprovazione, anzi. Poi sono cambiate tante cose: l’evoluzione tecnologica, il tipo di armamenti e di guerra, il servizio militare solo volontario…..Lascio che siano i giovani a decidere il loro destino. Ma sento ancora un pizzico di emozione a sentire le note dell’alzabandiera o della Marcia dell’Aeronautica…

Subito dopo il congedo riprendo servizio in Montecatini a Ferrara. Pochissimo tempo dopo, tuttavia, comincia il lungo capitolo della Procter & Gamble.

4. 1964 -71 IN PROCTER & GAMBLE

 

4.1. Quando e come tutto è cominciato

All’inizio di maggio 1964, terminato il mio servizio militare, ero rientrato al mio lavoro in Montecatini, presso il Centro Ricerche dello Stabilimento di Ferrara. Ma ero già determinato a cercarmi un altro lavoro. Risposi perciò ad un’inserzione (in inglese) della Procter & Gamble Italia (da qui in poi P&G), per una posizione di Research & Development (R&D) Brand Manager, poiché mi sembrava di avere i requisiti richiesti.
Fui convocato ad un colloquio verso fine giugno. Dal luogo concordato, gli uffici P&G a Roma EUR, un autista, il sig. Basiricò, mi accompagnò a Pomezia, dov’erano lo stabilimento e il reparto R&D. Feci un primo colloquio con il capo dell’R&D, che allora era A. Law. Dopo di lui, mi vide il dr. Vanda, dell’Uff. Personale. Poi tornai all’EUR, sempre con Basiricò, e poi a casa.
Ebbi la risposta della P&G in luglio: era una proposta di assunzione, gli andavo bene. Altro colloquio a Roma, con A. Law e poi con il capo dell’Uff. Personale, V. Toffoli, e firma del contratto: le condizioni mi piacevano molto.
Inizio effettivo del lavoro: il I° settembre 1964.

4.2. Prime impressioni

Furono molto positive. Già mi piacque l’ambiente fisico, molto diverso da quello della fabbrica Montecatini di Ferrara: un laboratorio luminoso e pulito, dove aleggiavano profumi piacevoli (quelli delle saponette come Camay), la gente era sorridente, rispettosa e cordiale. Il mio capo era V. Moreno, un vero gentiluomo che poi, più tardi, divenne mio buon amico.
La lingua di lavoro – scritto ma anche parlato – era l’inglese, e il mio inglese era molto scolastico e ben poco “fluent”. L’azienda mi pagò quindi un corso presso lo Shenker Institute di Roma. Il corso era molto serio e pesante: 3 sere alla settimana, per circa 6 mesi. Io allora abitavo ad Ariccia, perciò, all’uscita dal lavoro, dovevo andare da Pomezia a Roma, prendere la lezione e poi tornare a casa, verso le 10 di sera, a stomaco ancora vuoto. Poi bisognava fare i compiti e studiare, perché ogni lezione comportava una conversazione con l’insegnante..
Però, giunto circa all’ottantacinquesima lezione del corso (di 100 lezioni, ma le ultime erano essenzialmente letteratura inglese), il mio inglese era diventato sufficientemente buono e scorrevole, perciò fui autorizzato a smettere e a concentrarmi sul lavoro.

4.3. L'esperienza R&D

Un’esperienza bellissima, e molto formativa.
In Italia, allora, l’attività di Ricerca e Sviluppo, almeno concepita e organizzata come in P&G, non esisteva proprio. Lì ti sentivi proprio inserito in un vero progetto continuativo, il cui scopo era quello di assicurare al prodotto che ti era assegnato (potevano essere anche più d’uno) la miglior qualità possibile, a confronto con i prodotti della concorrenza, e -compatibilmente con fattibilità e costo - i miglioramenti che la tecnologia rendeva via via disponibili. Chi teneva d’occhio i possibili miglioramenti era il Laboratorio di Base di Bruxelles, per tutta l’Europa. Lì si lavorava di fino, “con le provette”, e i risultati, se promettenti, venivano messi a disposizione dei laboratori locali, qual era quello italiano di Pomezia.
A noi spettava di verificare l’applicabilità alle condizioni italiane sotto vari aspetti, quali ad esempio:

Fra le cose che mi entusiasmavano di questo lavoro citerò in particolare:

  4.3.a. Quanto eri bella Roma… 

Dico Roma per dire i luoghi e le cose, nella zona di Roma e dei suoi dintorni, negli anni della P&G.
Ad onor del vero, il primissimo impatto da cittadino romano non fu dei più felici. Ricordo le prime volte che dovevo andare ad uno sportello, ad esempio in Posta: la fila era un concetto sconosciuto, e se non imparavi a sgomitare ti passavano tutti, dico tutti davanti. E se dovevi attraversare un incrocio, che tu venissi da destra o da sinistra, non c’era niente da fare, non passavi. A meno che non facessi come gli altri: mettere fuori il musino dell’auto e piano piano andare avanti, finché uno, sacramentando per un attimo, capiva che non poteva più passare, e lasciava passare te. Imparai, dovetti imparare presto a fare come tutti gli altri. "When in Rome, do as the Romans do", dicono gli anglosassoni, e naturalmente hanno ragione.
Ma ben presto, imparato a superare le cose brutte, cominciai ad apprezzare, di quell’ambiente, le cose belle. Che erano tante.
I grandi spazi: le vie, le piazze, i parchi. Mai, in Italia, avevo visto strade come Via XX Settembre e piazze come quella di S. Pietro. Gli edifici monumentali, vecchi e meno vecchi. Le vedute panoramiche dall’alto (il Pincio, il Palatino, Monte Mario…).
E poi la cordialità della gente. Un po’ caciarona, magari, magari un po’ esibizionista, ma quasi sempre generosa.
E poi il clima, stupendo. Abituato alle nebbie e ai freddi inverni del Nord, mi sembrava un sogno poter stare senza cappotto, se non addirittura senza giacca, ancora in ottobre e addirittura in novembre.
Nei primi anni abitavo ad Ariccia, e andavo a lavorare a Pomezia, scendendo dunque piano piano dai colli Albani. E non dimenticherò mai il piacere che provavo al mattino, lungo le dolci curve di questa discesa verso la pianura, con una interminabile fila di oleandri ai lati della strada, a guardare in lontananza la riga blu del mare. Sempre, così mi ricordo, immerso nella luce pulita del sole.

Sono rimasto nel Reparto R&D per poco più di tre anni, occupandomi di tanti prodotti: saponi (Camay, Monsavon, Safeguard, Fairy), detersivi per bucato(Tide, Dash), detersivi per le stoviglie (Dreft, più un nuovo prodotto per lavastoviglie che non arrivò al mercato per un pelo, perché bruciato dal lancio di Last), detersivi per pavimenti (Spic & Span),…
Poi alcuni dei colleghi del Reparto Marketing che mi stimavano (in particolare G. Petronio, Nicola Scardina e Gianluigi Giordano) mi fecero questo invito: “Nel nostro reparto c’è un avvicendamento vorticoso. Poiché c’è grande richiesta sul mercato, i nostri collaboratori, appena si sono fatti un pizzico di esperienza nel campo, se ne vanno, attratti anche dalla possibilità di guadagnare subito in denaro e carriera. Di conseguenza, noi ci troviamo continuamente a dover cercare, selezionare, assumere e poi addestrare nuove leve, che presto fanno come tutti gli altri, cioè scappano. Allora, visto che tu conosci l’azienda dall’interno e hai dato buona prova di te, non vorresti venire a lavorare con noi al Marketing? Ci risparmieresti tutta la fase di ricerca e ti inseriresti molto più rapidamente”. La cosa mi stuzzicò molto: da un lato mi allargava ulteriormente l’orizzonte culturale e professionale, dall’altro intravedevo anch’io la maggior possibilità di andarmene a star meglio, anche economicamente, con un’esperienza di Marketing P&G alle spalle, qualora ne avessi avuto voglia o bisogno. Ne parlai coi miei capi e coi capi del Marketing, e tutti mi dettero l’OK. Unica condizione: cercare, assumere e addestrare un giovane che fosse in grado di sostituirmi all’R&D. La cosa mi richiese alcuni mesi, ma alla fine ero pronto (la persona era G. Stella). E così passai al Marketing. In quel periodo il capo dell’R&D era N. R. Smith, che in realtà sostituiva provvisoriamente D. R. Johnson, il quale era tornato negli U.S.A. un po’ repentinamente. Sono stati entrambi ottimi capi, e sono grato ad entrambi per lo stile di management che hanno adottato e che mi hanno insegnato. Nel momento di passare al Marketing, N. Smith mi regalò un libro che fin da allora ho considerato utilissimo, “Marketing and the Brand Manager”, di Gordon Medcalf.
Prima di chiudere questo capitolo, voglio ancora ricordare il “Corporate Method Program”, un programma a lungo termine deciso e adottato al fine di ridurre i costi aziendali in modo ragionato e – appunto – metodico. Il programma venne affidato ad un Team composto da membri dei vari reparti. Anch’io vi fui inserito, in rappresentanza dell’R&D, e ne feci parte per ben 7 anni, fino cioè al momento di lasciare l’azienda. Quel lavoro fu di beneficio alla Procter, che ne conseguì buoni risultati economici, ma sicuramente anche a me, che potei sfruttare un’altra opportunità per imparare a lavorare bene, con un orizzonte ben più largo di quello specifico del mio reparto.

  4.3.b Exportex 

Questa è una foto recente (2012) di un deposito a Pioltello, a lato della via Rivoltana. Tutti lo possono vedere, passando. Come si vede, vi campeggia la scritta “Neutro Roberts”.
Questo deposito c’era anche nei miei anni in Procter & Gamble, , anzi era uno dei luoghi che visitavo spesso, perché vi venivano immagazzinati campioni di prodotto per vedere su di loro l’effetto delle condizioni di stoccaggio (es. umidità, temperatura, carico di impilamento…) nel tempo.
Solo che allora non c’era, sulla parte esterna, la scritta “Neutro Roberts”. C’era invece la scritta “Exportex”. Certo ne ha fatto, di strada, quell’azienda che allora si chiamava così, e che faceva e fa ancora capo a J. Nissim. Ha lanciato nuovi prodotti, ha soprattutto acquistato altre aziende, ha cambiato nome e marchi più di una volta, sempre in crescendo. Oggi si chiama Bolton Group, domani chissà….
Comunque è chiaro che il nome Exportex sulla parete del deposito di Pioltello diventò Neutro Roberts dopo l’acquisizione, da parte del gruppo, della Manetti & Roberts, glorioso marchio anglo-toscano.
Metto qui questa foto e la commento solo per ricordare un fatto singolare: nei lontani anni ’60, quando lavoravo nel reparto R&D della Procter & Gamble e venivo in visita di lavoro al deposito Exportex di Pioltello, mai avrei immaginato che una manciata di anni dopo sarei venuto ad abitare a poche centinaia di metri di distanza, in linea d’aria.

Dicembre 1967, Pomezia, Laboratorio R&D P&G con alcuni colleghi

4.4. L’esperienza nel Reparto Marketing (Advertising Department)

Ancora un’altra esperienza esaltante. Ma devo spiegarmi meglio

Il Sales Training.
Prima di entrare in reparto dovetti fare quello che tutti i suoi neo arrivati facevano: un periodo di Sales Training, cioè alcuni mesi come un venditore, inquadrato nella Forza Vendite. Non so come sia adesso, ma allora la P&G non aveva una sua rete di vendita, e si appoggiava – per questa attività – all’Exportex, un’organizzazione che, oltre che vendere prodotti suoi (cioè facenti capo, attraverso diverse aziende, alla sua stessa proprietà), vendeva anche prodotti di aziende terze, ovviamente non concorrenti dei suoi, e distribuiti negli stessi canali. In questo caso, quindi, l’azienda terza era la P&G Italia, che peraltro metteva parecchio il naso, per usare un termine brutale ma esplicativo, nei criteri di gestione delle vendite dei suoi prodotti. Sia detto tra parentesi: forse con qualche svantaggio ma anche con molti vantaggi per l’Exportex stessa, che così imparava dalla grande maestra tante cose utili e le applicava anche alle altre sue reti di vendita, quelle dei suoi prodotti (p. da toilette della Beecham Italia, p. per la casa della Nisco, …).
La zona in cui fare il Sales Training poteva praticamente essere scelta dal giovane neo arrivato nel Marketing. Ci fu chi ne approfittò per andare a conoscere qualche altra parte d’Italia, spesato di tutto. Io, che avevo moglie e figli piccoli, decisi di rimanere a Roma, e mi fu affidato una largo settore circolare della città, che arrivava fino al centro, fino al Colosseo. Andare a parcheggiare con l’auto, mattino e pomeriggio, vicino a vari negozi – non dirò quanti, ma ne erano prescritti molti per ogni giorno – fu un’esperienza traumatica, all’inizio. Già allora, infatti, il parcheggio era difficile da trovare. D’altra parte, non era pensabile di spostarsi a piedi o coi mezzi: ci si doveva portare dietro tanto materiale (registri, campioni, oggetti promozionali – mi capitarono anche secchi di plastica, scope, fustini doppi…) che dovevi per forza avere l’auto e parcheggiare vicino. Dovetti quindi imparare a parcheggiare in modo un po’ disinvolto, oppure pagare un posteggiatore, e mi presi anche qualche contravvenzione. Ma l’esperienza fu preziosa. Troppe volte – lo capii dopo – l’uomo di marketing inventa, immagina e prepara le sue cose (promozioni, formati, lanci…) stando seduto dietro una scrivania, senza tener conto di quelle che poi saranno le reazioni dei negozianti quando il venditore si presenta nel negozio Di questo argomento potrei scrivere per molte pagine, ma per ora mi fermo qui

L’inserimento in reparto
Ed eccomi finalmente inserito nel reparto Marketing. Che però non si chiamava così, bensì Advertising Department. Come mai?, uno potrebbe chiedersi. Beh, c’è una risposta, o forse anche più d’una. In P&G la struttura è suddivisa per marche (brands). Così l’uomo di marketing (o – sia detto una volta per tutte- la donna di marketing), appena assume la responsabilità piena di un brand, si chiama Advertising Brand Manager. Egli si occupa invero di tutti gli aspetti di marketing del prodotto, ma per quelli collaterali (Ricerca e Sviluppo, Promotion, Vendite…) si appoggia ad altrettanti specifici reparti in azienda, o fuori nel caso delle Vendite. Per tutti gli aspetti, però, tranne uno, appunto l’Advertising, diciamo banalmente la pubblicità. Anche per questa attività si appoggia ovviamente ad una struttura esterna, l’Agenzia di pubblicità incaricata, ma il responsabile ultimo ne rimane solo lui, o almeno lui con la sua linea gerarchica superiore, ma sempre nel reparto Advertising.
Precisato questo, dicevo, eccomi nel Reparto. Sarò, dapprima, un semplice Assistant Brand Manager, ma lavorerò sul prodotto più importante dell’azienda, Dash. Lo farò insieme a due giovani colleghi neo arrivati come me, M. Ruosi e R. Lana, riportando al Brand Manager, R. Nuňez.
Dopo qualche mese divento anch’io Brand Manager, e mi occupo di prodotti prima piccoli, poi via via più grandi, almeno allora: Safeguard, Dreft, Spic&Span, Tide, Camay….più alcuni prodotti in sviluppo, che vedranno la luce solo dopo il mio distacco dalla P&G.

Il distacco
Dopo quasi 4 anni al Marketing – e 7 anni in P&G - arriva puntuale la crisi del settimo anno. Ormai mi sembra di aver imparato abbastanza per poter spiccare il volo, cioè mettere in pratica – magari insegnandolo ad altri – quello che ho imparato. Inoltre le esigenze della mia famiglia crescono, e mi farebbe comodo guadagnare di più. E infine non mi dispiacerebbe tornare a vivere al Nord, dopo aver vissuto anni in questa sia pur bellissima Roma. Tutto questo si può realizzare facilmente, avendo alle spalle l’esperienza P&G. E infatti non ci vuole molto: approfitto di un’offerta della Tanara di Parma (città che mi piace molto) e ci vado, come responsabile dello Sviluppo di Nuovi Prodotti e Mercati. L’esperienza, come è accaduto ad altri ex P&G al primo lavoro post-Procter, non è esaltante, ma questo è un altro discorso. Comunque, per la cronaca, lascerò la Tanara in capo a un anno, e andrò a lavorare in pubblicità, alla Milano & Grey, dove invece rimarrò per 30 anni…

Cosa mi è rimasto
Aggiungendo 4 anni al Marketing ai 3 all’R&D, voglio segnalare alcune cose che meritano di esserlo:

4.5. I difetti della P&G

Ma allora la P&G è senza difetti? Beh, ogni organizzazione è fatta di uomini, e i difetti degli uomini diventano poi i difetti delle organizzazioni.
Per quanto mi riguarda, devo registrare un solo difetto importante, che è poi una delle ragioni che spingono tanta gente ad abbandonare l’azienda: si tratta del dirigismo che vige (o almeno vigeva) in P&G.
Ogni volta che scrivi un documento (preferibilmente di una sola pagina, per abituare la gente alla concisione), devi farlo approvare dal tuo capo. E lui, nove volte su dieci, te lo corregge e te lo cambia a modo suo, cioè come pare giusto a lui. Allora tu riscrivi così il documento, che porta sempre la tua firma ma non è più propriamente tuo, e lo risottometti al capo, che stavolta lo approva e lo sottopone al suo capo. L’esercizio si ripete, all’insù e all’ingiù, tante volte quanti sono i livelli gerarchici coinvolti (dipende dall’importanza del documento: un rapportino su una visita al Trade è ovviamente diverso da una Recommendation per il lancio nazionale di un nuovo prodotto…). Alla fine, il documento risulta sempre firmato da te, ma di tuo non ha quasi più nulla. Ne sei l’originatore, ma ben poco l’autore. E’ solo il documento che avresti dovuto scrivere fin dall’inizio….
Ora, è chiaro che questo è un modo sicuro, il più sicuro possibile, sia per insegnare a fare le cose secondo l’ottica della “scuola Procter”, sia per evitare grossi errori. Però, alla lunga, finisci anche per esserne frustrato.
E ti dici:”Ma come, sono anni che sono qui, ho imparato un sacco di cose, e mi continuano a correggere il compito come a un bambino delle elementari?”. E così, alla ricerca di autonomia, di una tua libertà decisionale, cominci a guardarti intorno. E di occasioni ne vedi presto tante. Per di più, quasi certamente a condizioni economiche migliori.. E così te ne vai.
Peraltro, la stessa P&G lo mette probabilmente in conto: il criterio base dell’ azienda è di promuovere le persone “from within”, perciò solo pochi potranno farvi carriera. Gli altri sono destinati ad andarsene, a meno che non preferiscano restare – pigramente frustrati – all’interno. Ma non è da uomini della P&G scegliere una soluzione del genere.

  4.5.a. I prodotti della P&G nel 1968 (da un modulo di proposta d’ordine - o plan slip –dell’ Exportex) 



  4.5.b.…e (solo) alcuni dei prodotti della P&G nel 2013 

Come si vede, c’è stato un enorme allargamento di gamma, a settori che allora non sembravano neanche lontanamente concepibili. E addirittura la P&G, che ha sempre fatto una pubblicità rigidamente di “brand”, adesso fa pubblicità di tipo “corporate” (cioè al suo nome d’azienda).




















4.6. Le persone che ho conosciuto in P&G

Quello che segue è un lungo, ma semplice, elenco di cognomi e di iniziali dei nomi: cognomi delle persone che ricordo di aver conosciuto in P&G (non mi piace usare prima il cognome e poi il nome, come a scuola, ma lo faccio perché è il sistema migliore per una consultazione rapida). Alcuni cognomi (questa volta col nome per intero, quando lo ricordo) sono preceduti o seguiti da una croce: ahimè, sono persone decedute, ex colleghi o anche cari amici che ci hanno lasciato.
E’ chiaro che, a distanza di 40 – 45 anni, il mio ricordo è un po’sbiadito, perciò mancano alcune iniziali e forse anche degli interi cognomi. Sarei felice se qualcuno dei miei ex colleghi, con la memoria in condizioni migliori della mia, volesse integrare l’elenco. In questo modo non sarebbe più l’elenco delle persone che io ho conosciuto, bensì potrebbe assomigliare di più a quello delle persone che hanno effettivamente lavorato in P&G nel periodo in questione. Di più: sarei felice che le persone di questo elenco lo integrassero con notizie relative a loro stesse (cos’hanno fatto dopo, cosa fanno adesso…) o ad altre di cui sappiano più di me. Come si converrebbe ad un sito come questo, ovviamente.

  4.6.a I nomi  AMBROSINI, I. - ANGHEBEN, B. - ANCONA, E. - ANDREUCCI, S.

BALBIS, A. - BASIRICO’, - +BELTRAMO, M. - BENSO, G. - BERIO, GIORGIO - BOISSIN, HENRI - BOTTO, F. - BOZZOLO, G. - BRENDOLIN, T. - BRILLA, E. - BUONDONNO, S.(+) - BURANI, S.

CANCELLIERI, M. - CAPONETTO, R. - CARELLI, R. - CHIARELLI, G. - CIGNA, L. - CIMATO, M. - CUMMINS, B.C.P.

DALLA TORRE, S. - DE CARO, M. - DEL CONTE, A. - DI MAGGIO, FLORA - DI MARIO, S. - DI VINCENZO, G. - DINALE, G. - DORIGO, R.

FANO, C. - FERRARI DALLA TORRE, G.G. (+) - FERRARI, L. - FERRETTI, D.A. - FILIPPUCCI, D. - FORNARO, E. - FRASER, R.

GAZZERA, S. - GIORDANO, G.L.(+) - GRIGORIADIS, C. - GUALCO, F. - GUATTERI, C. - GULLI, T.

HULOT, G.

JADIN, P. - JAMES, J. - JOHNSON, D.R.

LA MESA, V. - LANA, R. - LAWSON, H.R. - LIBERATI, A. - LICATA, C. - LISARELLI, A. - LOMBARDI, E.

MAC FARLANE, C.E. - MACCAFERRI, - MALTESE, M. - MANNOZZI, G. - MARCHETTI, G. - MARCOMINI, G. (+) - MAROTTI CAMPI, G.B. - MICARELLI, M. - MICCOLI, M. - MISTICONI, M. - MITCHELL, D.A. - MOGGIO, G. - MONDINI, A. - MONGIARDO, S. - MORENO, V.

NOVELLI, C. - NUTUS, M.

OLIVIERI, O. - ONNIS, M.T. - PACI, O.

PALMIERI, D. (+) - PARTRIDGE, - PASSANISI, P. (+) - PEACE, M. - PELLICCIARI, C. - PELLICCIARI, P. - PENNACCHIA, M. - PENNISI, A. - PERSIANI, U. - PETRONIO, G. - PLACE, G. - POLONI, L. - POMA, G. - PORCELLATI, P.

RAGNO, N. - RIGHINI, G. - ROSSI, S. - RUOSI, M.

SABEY, N. - SALOMONE, S. - SALVONI CATOLFI, S. - SANTONI, G. - SCALABRINO, F. - SCALISI, C. - SCARDINA, N.(+) - SESANA, F. - SIEGENTHALER, E. - SILVA, G. - SMITH, N.R. - SMITH, P. - SOVICO. M.L.(+) - STELLA, G. - STRADA, E.

TESEI, G. - TOFFOLI, V. - TRIPI, S.

VALENTE, L. - VANDA, G. - VEZZI, F. - VICENZI, W. - VON PEIN, W.

WARD, C. (+)

ZELADA, G. - ZEMAN, F. -ZUCCARINI, W.

Di questo mio periodo in P&G non ho che una foto, che tra l’altro è di pessima qualità perché ripresa da una fotocopia (l’originale è in mano al dr. F. Scalabrino). La foto – che non pubblico per le solite ragioni di privacy, ma che è a disposizione di chi voglia vederla privatamente - inquadra una tavolata con una trentina di persone, molte delle quali sono fra quelle elencate qui sopra

  4.6.b. La P&G come trampolino di carriera 

Ho già scritto sopra che la P&G era – e sono certo che sia tuttora – considerata come una grande “nave scuola” per sviluppare una carriera nel Marketing. Chi è del mestiere, o almeno chi lo è stato negli ultimi 20-30 anni, può scorrere l’elenco dei nomi sopra elencati, e gli sarà facile trovare quelli di persone che, dopo un po’ di anni in P&G, hanno fatto una carriera di tutto rispetto in altre aziende. Non farò io i nomi di queste persone, ma farò quelli di alcune aziende nelle quali si sono sviluppate queste carriere: Barilla, Cirio-Bertolli-De Rica, Ferrarelle, Ferrero, Incentive TV Service, Johnson & Johnson, Marazzi, Mediobanca, Playtex, Pirelli, Seagram, Simmenthal,…
E si tratta , ripeto, solo di alcuni ex del Marketing P&G degli anni 1964-1971 in alcune aziende: non riesco a immaginare quante altre carriere di ex P&G si siano sviluppate negli anni dal 1971 a oggi


  4.6.c. Per chi ne vuole sapere di più 

Nel corso degli anni sono stati pubblicati, sulla Procter & Gamble, innumerevoli articoli e anche diversi libri.
Per chi ne voglia sapere di più, ne segnalo un paio che sono anche stati tradotti in italiano, e che contengono anche qualche informazione sulla P&G Italia:

5. 1971 - 1972 LA PARENTESI TANARA

Deciso a lasciare la P&G, mi venne facile accettare l’offerta della Tanara. La sede era a Parma, una città gradevole della mia terra d’origine. La job description sembrava interessante, responsabile sviluppo nuovi mercati e nuovi prodotti. E la retribuzione altrettanto…
Però le cose non girarono bene. Il Management era timoroso, e le mie proposte (acquisizione di un’azienda, già disponibile, con prodotti a stagionalità opposta a quella dei gelati della Tanara) ottennero tanti complimenti, ma nessuna decisione. Fui trasferito di forza al settore gelati, un mercato imbavagliato in una situazione praticamente non modificabile (ad esempio nei prezzi e nella distribuzione), e per di più legatissimo ai capricci atmosferici. Aggiungendoci un’assoluta inapplicabilità di tutto lo stile di management imparato in Procter & Gamble, e una seria mancanza d’intesa col mio capo, ne conclusi che non era il posto per me. Una conclusione a malincuore perché effettivamente a Parma si viveva benissimo. Diedi le dimissioni e cominciai a cercare un altro lavoro. Ma non ebbi gran tempo per farlo: proprio allora mi cercò U.Gatti, il presidente della Milano& Grey, per offrirmi di lavorare con lui (v. oltre).
Anche qui elenco alcuni cognomi di persone che ho conosciuto nel periodo Tanara:

Bagnoli, ?; Bollini, G.; Cagnolari, S.; Coppe, R.; Grigis, B.; Luppi, F.; Marchi, V.


6. 1972 – 2000 IN MILANO & GREY

E così, dopo la bella e proficua esperienza in Procter & Gamble, me ne capitò appunto un’altra – non meno bella e proficua - con la Milano & Grey, con la differenza che stavolta ci rimasi quasi 30 anni, di fatto fino alla pensione. Io già conoscevo e stimavo la Milano &Grey, che era stata la mia agenzia su un paio di prodotti, quando ero in Procter & Gamble. Nel settembre del 1971, tra l’altro, l’agenzia aveva organizzato una bella presentazione pubblica a Milano, sull’argomento Ricerche di Mercato, e io c’ero andato. Naturalmente anche U. Gatti mi conosceva, come suo ex cliente in Procter, ma dalla Procter non poteva certo portarmi via. Appreso però per caso, da G. Mannozzi, che ero “a spasso”, mi cercò subito. Ci incontrammo al bar della Stazione di Parma un venerdì pomeriggio alle 17, e tre giorni dopo ero già al lavoro in Milano & Grey…

  6.a. Una bella storia 

Che sia stata bella la mia storia con la Milano& Grey l’ho già detto. Ma dev’essere stata bella per molte altre persone: tante di queste, infatti, vi hanno lavorato per molti anni, e tantissime si sentono ancora legate ad essa e fra di loro che – a distanza di anni – ancora si telefonano, si scrivono, si incontrano e corrispondono su Facebook. Insomma, per molti dev’essere stata un’esperienza che ha segnato una vita. Certo non sarà l’unica azienda ad aver legato sé in questa misura i suoi collaboratori, ma io questa conosco – anzi conosco bene – e questa voglio un po’ “raccontare”, con testo e immagini, invitando ad unirsi nel racconto quanti vorranno farlo.

6.1. L'inizio

La storia della Milano & Grey era cominciata ben prima del mio arrivo.
Citando indicazioni contenute nelle prime brochure dell’azienda, era stata fondata nel 1964 da U. Gatti e F. Feliciani (entrambi provenienti dalla Young & Rubicam) come Milano Pubblicità. Individuata pochi mesi dopo dall’americana Grey Advertising come potenziale partner italiano, entrò nel suo circuito e diventò la Milano & Grey (che talvolta, d’ora in avanti, indicherò come M&G).
A proposito di brochure: all’inizio ne serviva una bella, su cartoncino lucido, per presentarsi sul mercato. La prima venne stampata a Londra, ed era un quartino al cui interno figuravano solo 3 foto e solo 6 nomi.

1965. Copertina Brochure M&G
N.B. Copia dell’ intera brochure è disponibile per chi volesse riceverla via e-mail

6.2. Lo sviluppo

Poi però l’avvicendamento - soprattutto l’aumento - di clienti, prodotti e collaboratori divenne talmente rapido che non era più possibile ristampare una brochure elegante ad ogni cambiamento. E l’azienda, con quell’approccio pragmatico e un po’spartano che l’ha sempre caratterizzata, cominciò ad usare una semplice cartellina con fogli battuti a macchina, quindi rapidamente aggiornabili, chiamandola semplicemente “Brevi note sulla Milano & Grey”.

Credo che il primo cliente internazionale sia stato la Stafford Miller, già nel 1964. Ma il vero colpo grosso arrivò con il cliente Procter & Gamble, che subito assegnò all’agenzia due grandi marchi come Camay e poi Ace. Da quel momento in poi lo sviluppo fu rapido, rapidissimo. Quella che segue è una tabella pubblicata dall’agenzia nelle su “Brevi note “ del 1976.


Naturalmente lo sviluppo proseguì negli anni successivi, e in modo talmente vistoso che verso la fine degli anni ’90 l’agenzia, che nel frattempo era diventata un Gruppo con agenzie satelliti, si classificava addirittura al V° - o forse addirittura IV° - posto per fatturato fra le agenzie italiane.

(Fonte: Classifiche AssAP)

  6b. Ogni mattina…  

Allora, nel 1972, si poteva arrivare fin sotto l’ufficio con l’auto. Da Corso Sempione si entrava sulla Piazza Sempione e si percorreva Via Bertani verso Melzi d’Eril. Non era neanche difficile trovare posto per parcheggiare, se si arrivava un po’ presto. Alla peggio si trovava posto, appunto, su Melzi d’Eril, o si rifaceva il giro e si parcheggiava dietro l’Arco della Pace, dove c’erano tante riquadri per parcheggiare e tanto spazio libero. C’era un rischio remoto che qualche ragazzotto un po’ fatto ti rompesse il vetro dell’auto per arraffare qualcosa, tipo l’autoradio, ma era – ripeto – un rischio remoto. Semmai, in piena estate, alla sera trovavi l’auto arroventata dal pieno sole.
Una volta parcheggiato, si ripeteva il rito di sempre. Se non si era di fretta, si andava al bar per un primo caffè. Si poteva andare al Bil Bar (che più tardi diventò Chris Bar), nel quale era facile imbattersi in Ugo con Dino. E Ugo poi ti offriva quasi sempre il caffè. Oppure si andava al Bar Deleidi, senza pretendere eccessiva simpatia da parte di chi ti serviva. Poi all’edicola per il giornale (ce n’era una su Piazza Sempione, poi un po’ più tardi un’altra – quella dell’Angela col marito – in Melzi d’Eril, proprio di fianco a Deleidi). E poi al portone dell’ufficio. All’inizio mi insegnarono una filastrocca che poi io trasmettevo ai nuovi clienti che venivano a visitarci per la prima volta:

Dai che ci sei:
la Milano & Grey
è in Via Bertani 6

(Tra parentesi, Via Bertani 6, all’inizio, era importante anche per altre due ragioni: ci abitava il Sindaco Tognoli, e ci abitava e lavorava una grande insegnante di pianoforte, Ilonka Deckers Kustzer – magari ne parliamo un’altra volta).
Varcato il portone, si incontrava quasi sempre uno dei due signori Cassoni, o anche tutti e due, che facevano pulizia sulle scale. Prendevi il vecchio ascensore liberty per due piani (al primo piano, dove stava il Media, l’ingresso era chiuso: non c’erano abbastanza fattorini per coprire tutti i piani), o te la facevi a piedi, se ne avevi voglia, ed entravi. Lì davanti c’era il signor Mario, il fattorino- factotum Mario Casari, che in quel punto, dal suo banco, risultava l’uomo chiave dell’agenzia. All’inizio di fianco a lui c’era anche il centralino, e al centralino c’era sempre una persona. Normalmente la Lidia, oppure qualche turnista (ad esempio E. Colucci), quando lei mancava. Da Mario firmavi il registro, che poi – ad una certa ora – veniva ritirato e portato nell’ufficio di Ugo.
Salutati Mario , la Lidia e quant’altri si trovassero sul percorso (ma qualcuno si spingeva fino in fondo al corridoio a sinistra, a dare – più o meno ossequiosamente - il buongiorno a Ugo o a firmare se si era in ritardo), andavi nel tuo ufficio e cominciavi a lavorare.

6.3. Eventi negli anni

Da qui in avanti indicherò, in ordine cronologico, gli eventi che hanno maggiormente segnato il mio personale sviluppo professionale all’interno dell’Agenzia.

1972-1973 La Plasmon
Entro a sostituire Luigi Tegoni (+), dimissionario, nella gestione del cliente Plasmon. I prodotti sono : Pastina, Olio, Crackers e Acqua Silia. Lavorano con me R. Mangano e - poco dopo – R. Bottazzi. Di quel periodo ricordo la prima produzione TV per un film Crackers. La casa di produzione era la BBE di Peppino Brun(+), e il comunicato si avvaleva della partecipazione di Luigi Carnacina(+), allora vispo ottantenne (a tavola assaggiava tutto, ma di tutto mangiava solo pochi bocconi). Ricordo anche i cognomi di quasi tutti i miei clienti in Plasmon: G. Bernaroli, G. Benedetti, Bonfiglioli, P. Bertoluzzi, Bruzzone, A. Hangeldian, A. Lazzeretti, R.Tacchi.

  6c. Il “tu” (chiamarsi per nome)  

In Milano & Grey io davo del tu a tutti, e tutti mi davano del tu, chiamandoci per nome. Praticamente non mi era mai capitato, prima. Da studente – al Liceo e all’Università – fra colleghi ( e solo fra colleghi) ci si dava ovviamente del tu, ma capitava spesso di chiamarsi col cognome, abituati come si era all’appello degli insegnanti. Da militare si dava del tu dai pari grado in giù, ma mai a superiori di grado. In Procter & Gamble ci si chiamava per nome se e quando si parlava inglese, altrimenti ci si dava del lei, specialmente fra livelli gerarchici diversi. E anche in Tanara era generalizzato l’uso del lei, con tanto di titolo: dottor Ghizzoni di qua, ingegner Rossi di là…). In Milano & Grey quasi tutti si davano del tu. Scoprii poi che nel mondo pubblicitario la cosa era abbastanza comune, ma certo c’era stato un grosso incoraggiamento, fin dall’inizio, da parte dei capi, Ugo e Fabrizio. E mi venne facile, da subito, chiamare le persone col loro nome, da Ugo fino all’ultimo arrivato fra i fattorini. Tolto il velo del formalismo, rimanevi allo scoperto, e ti accorgevi subito che il rispetto e la stima degli altri te li dovevi conquistare e mantenere con il tuo comportamento e il tuo lavoro giorno per giorno, indipendentemente dal tuo livello gerarchico e dal tuo titolo di studio. Proprio come negli Stati Uniti, del resto…

  6d. Buonanno  

Nei primi anni della mia permanenza in M&G, quando andavo nell’ufficio di Fabrizio, vedevo un cagnone tranquillo e vecchiotto, sistemato su una brandina nella stanza accanto (quella di Bianca).
Era Buonanno. Un nome strano, per un cane. Strano, ma originale. Dice Fabrizio che glielo avevano dato quando una sera di Capodanno in famiglia, in una casa di montagna, si era sentito uggiolare davanti alla porta. Aperta questa porta, si erano trovati davanti questo cagnolone bagnato e intirizzito, dato che fuori nevicava. E a qualcuno, poiché era quasi mezzanotte, venne in mente di augurargli “Buon anno!”. Il cane venne accolto e adottato, e da qual momento il suo nome fu, appunto, Buonanno.
E Fabrizio, non volendo lasciarlo solo a casa durante la giornata, se lo portava dietro al lavoro, sistemandolo come ho detto. Il cane, ripeto, era buono e assolutamente inoffensivo, e non dava fastidio. Unico problema, qualcuno doveva portarlo fuori di tanto in tanto, per fare un po’ di moto e per le sue necessità corporali.


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1974, fino al 1981 La Beecham Italia
Mi vengono assegnati i prodotti della Beecham Italia: Libera e Bella (shampoo, lacca, deodorante), deodorante Daril, colle Uhu, collutorio Odol, dentifricio Macleens, digestivo Eno. Il General Mgr. è Brian Hargrave(+), che riporta a J. Nissim, nonché – a Londra – ai sigg. Lace e McLure. B.Hargrave, un cliente ruvido ma più in apparenza che in sostanza, morirà qualche anno dopo d’infarto (aveva già lasciato la Beecham Italia). Partecipo al lancio nazionale del dentifricio Aquafresh (v. foto), il cui responsabile in azienda è R. Holden.

1974. Presentazione Aquafresh alla Forza Vendite

Altre persone della Beecham con cui entrerò via via in contatto, e di cui mi ricordo almeno il cognome, in ordine alfabetico, sono: R. Albanesi, F. Ascoli, ?Bagnasco, C. Baruffa, ?. Battigalli, J. Benveniste, S. Bertolini, L. Boiano, V. Bonvini, A. Calvi, R.Camposano, la sig,ra Carla, S? Ciardi, G. Deliyannis, R. Fanni, P. Farah., S. Forte, F. Lazzari, F. Peratti, G. Ravelli, M. Sciori, L. Sinibaldi, L. Speranza, A. Testarmata, E. Trovamala.
Anche in questo elenco – sicuramente incompleto – ci sono nomi di persone che faranno una bella carriera professionale.

  6.e. Frasi celebri di un capo  




 
1976-79 La Timex

Ricevo l’incarico di cercare di acquisire per l’Italia il cliente internazionale Timex, i cui orologi sono distribuiti in Italia da Melchioni. Ci lavoro per molto tempo, aiutato (anche in Italia all’inizio e nella fase finale), da C. Wojciechowski della Grey New York. Fra le cose di cui mi occupo c’è anche una specie di concorso fra designer italiani per proporre un nuovo volto per l’orologio. Questo mi mette in contatto con vari stilisti (Gio Caroli, prof. Sartori, Francesco Modena, …). I concorrenti ricevono comunque un compenso, ma poi il concorso non avrà seguito. Tuttavia questo contribuisce alla decisione finale della Timex di assegnarci effettivamente il budget pubblicitario. La decisione arriva nel 1976. Più tardi, nel giugno 1979, come premio vado – per la prima volta in vita mia - a New York, dove mi fermo alcuni giorni in visita alla Grey. Qui ho incontri vari, con E. Meyer, B. Berenson, L. Deckinger, N. Vale, S. Young, …. E C. T. Montgomery, Direttore clienti internazionale della Timex, del quale divento e rimarrò amico. Insieme a Wojciechowski faccio anche visita, con l’elicottero dell’azienda da New York alla loro sede nel Connecticut e ritorno, alla Timex, ricevuto dal grande capo B. Weltzien.

Le persone con cui ho lavorato in Italia sul marchio Timex sono state: sigg. Melchioni, Galanti, F. Polenghi, Orelli. In Inghilterra ricordo Mr. K. Holloway.

Dal 1980 - La Seagram

Comincio a lavorare per il cliente René Briand, che poi diventerà SEAGRAM Italia (Chivas Regal, Four Roses, Glen Grant, Mumm Cordon Rouge, Burnett’s Gin, Crown Royal, Brandy, Royal Salute, Nikolai, vini Bersano, Ricasoli e Brolio,……). Sarà il cliente più importante e più duraturo di tutta la mia permanenza in M&G.
Segnalo alcune cose di rilievo, nella mia storia con questo Cliente:

Va da sé che un rapporto di questo genere influenzò ampiamente, facilitandoli, anche i contatti fra e con le singole persone che si avvicendarono, in Azienda e anche in Agenzia, nell’arco del lungo periodo di collaborazione. Ne conseguirono rapporti personali quasi sempre buoni, spesso eccellenti (ancora oggi, dopo 15 anni, io mantengo rapporti di amicizia con alcune persone che a suo tempo lavorarono in Seagram). Le eccezioni furono davvero poche, e comunque di peso e/o durata modesti.

Infine, ecco - anche qui - un altro elenco di nomi di persone che lavoravano in Seagram:

Andreoni, M. - Angeleri - Ascani, F.

Baj, P. - Bardelli, C. - Beneventano, R. - Bianchi, F. - Bonafous, C. - Bottalo, F.

Camilli, C.

Danove, F. - De Castiglioni, A. - De Leo, P. - Di Furia, M. - Dodic, B. - Danove, F.

Elia, S.

Forlani, E.

Galosi, F. - Giotti, N.(+) - Griziotti, G. - Grossi, G. - Guerrieri, L.

Lamperti, D. - Larosa, P. - Locatelli, E. - Loebger, B.

Macchi, A. (+) - Manzoni, G. - Marelli, S. - Mariotti, M.C. - Marotti Campi, G.B. - Mascheroni, L. - Melon, S. - Micalizzi, C. - Moncada, L. - Mork, M.J.

Nicosia, M.

Palmieri, D. (+) - Panigada, R. - Pianaroli, G. - Politi, S. - Prinetti, D.

Resegotti - Ribezzo, C. - Ronchi, R.

Scomazzon, L. - Silva, G. - Sforzini, R.

Tarello, G. - Tazzer, L.

Valvassori, L.. - Veneziani, E. - Veroli, M. - Visani, M. - Villa, D.

Zampieri, C.



Luglio 1983, Scozia. In visita al deposito Chivas Regal

Febbraio 1987, Assuan. Convention Seagram. Momento di prudente svago sul cammello

Dal 1983 La Manitoba

Comincio a lavorare, col mio gruppo, per il cliente Nisco, che poi diventa Manitoba. Anche questa società fa parte del gruppo che fa capo a J. Nissim. I marchi di cui mi occupo sono: Fabello, Merito e WC Net.

Non è un rapporto molto facile, né professionalmente molto gratificante. Trovo in questo Cliente tre grossi difetti: piaggeria diffusa verso l’alto, tirchieria, e scarsa considerazione per il lavoro dell’Agenzia. Tuttavia, lavorarci si rivela comunque utile, se non altro per allenarsi alla parte dura del lavoro in Agenzia. Anche qui cito per cognome (quelli che ricordo!), in ordine alfabetico, alcune persone con cui ho avuti rapporti di lavoro: A .Asnaghi, A. Bassani, G. Bianchi, L. Cilento, L. Galassi, M.Gallo, M. Gambarotta, Ghilardi, A., M.L. Giancola, A. Lucchese, W. Lugli, M. Renolfi, A. Rimoldi, N. Sabey, A. Sanson, M. Sasso…

Novembre 1986, Budapest - Nella puszta a cavallo con Roberto C.

Almeno per qualche tempo, nell’arco del periodo 1972 – 1996 Altri Clienti

Altri clienti e prodotti gestiti, con i nomi (in ordine alfabetico) delle persone con cui ricordo di aver avuto rapporti di lavoro

APRIMATIC

Dopo contatti iniziali con la FAAC di Bologna (Sig. Manini, +), mi occupai della nuova azienda di apricancelli APRIMATIC (Turrini, A.). Tra parentesi, il nome Aprimatic l'ho praticamente inventato io (la mia proposta era Apermatic).

FORMENTI

Sterilix, Benagol, Ribex. (R. Cingolani, A. Emanueli, L. Folpini, Dr. S.Formenti, T. Formenti, A.Mariani, A. Matera, P.Santambrogio, A. Terradura).
Cliente modesto, quanto a investimenti pubblicitari, che però mi concede molta fiducia (ne faccio anche la funzione di Direttore Commerciale per alcuni mesi).
Se non altro faccio esperienza su prodotti farmaceutici e sulle loro problematiche (es. Ministero dalla Sanità…), e poi ci scappano anche vari viaggi a Londra, con trattamento signorile.

PLAYTEX

corsetteria, costumi da bagno e da danza (L. Bruno, M. Gonzales, A. Incecchi, A. Liberati, G. Lusvarghi, M. Macchi, F. Minoli, M. Misticoni, J. L. Prod’Homme, C. Rossi, A. Varani, M. Zonchello) .
L’Azienda, almeno allora, pescava il suo management in Procter & Gamble, che tra l’altro aveva gli uffici nello stesso edificio. Però lavorare con loro non era come lavorare con la P&G, anche se il Cliente trattava l’Agenzia nello stesso modo signorile. Mi aiutò la fortuna di sviluppare buoni rapporti personali con il management. Ci fu anche la sua parte di divertimento: lavoro sui costumi da danza (per i quali mi trovai a lavorare anche con O. Dorella, (v. foto), e soprattutto sui costumi da bagno, per i cui cataloghi si effettuavano lunghe trasferte fuori stagione in località balneari amene (ne ricordo una a Hammamet, in Tunisia, in cui una delle fotomodelle era una giovanissima B.Nielsen )



Aprile 1982, Hammamet. Reggo uno schermo-luce per una foto del catalogo Danskin

PONTI

aceto, Peperlizia (C. e F. Ponti).
Ci lavorai più che altro con un ruolo di planning strategico. Interessante il rapporto con i due fratelli proprietari.

PROCTER & GAMBLE

caffè Caramba (C. Camilli, R. Lana).
Essendo io un ex P&G, non era considerato opportuno che io lavorassi con la stessa azienda dalla parte dell’Agenzia: eventuali rapporti con i miei ex colleghi o addirittura ex collaboratori avrebbero potuto svilupparsi in modo distorto. Fu fatta una breve eccezione per un prodotto minore, per consentirmi di allevare un giovane Account e insegnargli come lavorare con quel Cliente. La cosa, se non altro, mi consentì di rimettere piede nella mia vecchia Procter, non senza- debbo dire – u pizzico di emozione…

SARA LEE

deodorante Ambipur (A. Niessner, R. Venini).
Forse il rapporto peggiore fra tutti quelli avuti con i miei clienti. A mio parere, un Marketing confuso e pasticciato, con relazioni difficili fra la sede locale e la casa madre. L’Agenzia era considerata come uno straccio, buono solo per pulire le scarpe. E io, finché resistetti, finii per ricambiarli con il “minimo sindacale”. Poi passai la gestione di questo cliente ad altri colleghi.

SHELL TEMANA

deodoranti Airbal, pellicole Propsac (P. Monti, L. Taglioni).
Cliente piccolo ed esitante a muoversi sul terreno – per loro sconosciuto, nonostante le grandi dimensione della Shell petrolchimica – dei consumer goods, loro sottoprodotti dell’attività primaria. Ovvii problemi di distribuzione, ecc…I prodotti non decolleranno mai, e il Cliente svanisce. Il Gen. Mgr. Taglioni era mio compagno d’Università…

SISTEMA CASA

domotica (P. Mongiovì).
Altro piccolo Cliente, che avrà vita breve. Rapporto nato per conoscenze personali, e centrato sul tentativo di un uomo d’azienda di mettersi in proprio

SMITHKLINE BEECHAM

Aquafresh, Bronchenolo, Euclorina, Iodosan, Rinazina (Caimi, M. - Cavatorta, C.- Cermaglia, C. - Cockman, F.- Daly, M.- Di Lello, R.-Grigis, B. - Hallatt, J. - Holden, R -, Lattuada, E. - Lebole C. - Luciano, T. - Mantegazza, R. - Montaini Anelli, R. - Ostini, D. - Pasqualini,? - Polisseni, L. - Ratcliffe, S. - Stevan, P. - Vezzosi, C. - Voss, D. - Zoja, V. - Zucchi, M. - Walsh,, L - Whitehead, J. - Wilson, G. - …).
Questo invece è un Cliente grande e importante, che mi darà le ultime, grandi soddisfazioni nella mia vita in M&G. La soddisfazione più grande di tutte è prenderlo, questo Cliente. Mi ci impegno con tutte le mie forze (e l’Agenzia con me), faccio davvero dei salti mortali (ad esempio, prove fisico-chimiche nel loro laboratorio, viaggi e presentazioni a Londra,…). L’esercizio riesce con l’importante appoggio della Grey U.K. E di R. Holden, mio vecchio Cliente e amico dai tempi del lancio di Aquafresh in Italia (1974). Ho grande intesa con il Direttore Marketing, J. Hallatt, uno dei miei Clienti più preparati e più “umanamente” apprezzabili di sempre..

SOVIREL

prodotti Pyrex (G. Fei).
Rapporto abbastanza breve, che poi passo ad una mia collega.

S. PELLEGRINO

acque min. Sanpellegrino e Panna, Aranciata, Chinò. (dr. Mentasti, Peratti, F., Pillon, F., Sciori, M.,…).
Cliente gestito brevemente, e soprattutto con funzioni di indirizzo strategico.

STAFFORD MILLER

prodotti per denti e dentiere Sensodyne, Corega, Polident, Wernet’s. (Mr. Block, J. Ooms, R.Ricatti).
Cliente non sempre facile, anche per problemi di intesa fra casa madre e sede locale, anche sul piano della comunicazione. I prodotti (per denti e dentiere) non sono particolarmente “affascinanti” agli occhi del pubblico, ma hanno una loro utilità pratica, e noi li trattiamo comunque con la stessa professionalità e dignità.

TOSCHI frutta al liquore (Comm. Toschi).

Per me solo pochi e brevi incontri, come apprendista, nei miei primi tempi di vita in M&G. Logisticamente, giocavo quasi in casa (il Cliente era di Vignola, nel modenese…).

Con U. Gatti nel suo ufficio

1 Novembre 1984, Milano, Via Bertani. La M&G in partenza per New York

6.4 - I miei Account

Miei Account, cioè responsabili Contatti, sono stati, salvo dimenticanze e senza giurare sulle date:

Nel o dal

‘72:

R. Mangano, R. Bottazzi

 

‘76:

R. Trevisan

 

'77:

P. Re

 

‘79:

E. Carugati, L. Grittini

 

‘82:

C.A. Calderoni

 

‘83:

A. Pappolla, D.Guacci

 

‘84:

G. Lasta, G. Nanni, M. Costantini (breve periodo)

 

‘86:

M. Savegnago, H. Christophersen

 

‘87:

A. Prendini

 

‘88:

S. Sotiropoulos

 

‘91:

F. Colavito, M. Saini

 

‘92:

N. Teubner, C. Zangheratti…….

6.5 Le mie segretarie

Più o meno in ordine cronologico, sono state mie segretarie:

E anche, per brevi periodi: C. Cassè, L. Chimirri, D. Volonteri, E. Malavasi, …

  6.f I ristoranti  

Questi erano alcuni dei ristoranti dove portavamo abitualmente i Clienti (attuali o potenziali) in visita all’Agenzia:

















6.6 Tutti i nomi

Questi sono i nomi di cui ho traccia, in ordine alfabetico, delle persone che hanno lavorato nel Gruppo Grey (Milano & Grey + consociate: BRB, Grey Direct, Grey Roma, Media Force, Perfection Graphics, Compete, Chiappe Bellodi,…). Sarò lieto di aggiungere o togliere o modificare nomi da questo elenco se qualche (improbabile) lettore mi chiederà di farlo a ragion veduta. E se qualcuno lo autorizzerà, completerò, oltre al cognome, anche il nome.

AIMETTI, D. – ALEXANDRE, V. – ALVERÀ, I. – AMBANELLI, D. – ANDREOLI, M. – ANGELINI, L. – ANNARATONE, A. – ARCARI, L. – ARGENTIERI, A. – ATZENI, R. – AVETA, E. – AVETA, M.

BACCARO, L. – BACCHIANI, L. – BAGELLA, E. – BAGIOLI, B. – BAJOCCO, L. – BALZER, B. – BARBIERO, C. – BARRAI, E. – BARTALESI, R. – BASILICI, V. – BASSANI, C. – BASSI, C. – BELLODI, G. – BELOTTI, A. – BELTRACHINI, M. – BENVENUTO, M. – BERSANI, E. – BERTOLINI, C. – BETTEGAZZI, M. T. – BIANCARDI, R. – BIANCHI, C. – BIANCHI, F. – BIASIOTTI, M. – BIASUTTO, G. – BIGNAMI, F. – BIGOLI, C. – BINI SETTEMBRE, A. – BIRGA, S. – BIZZOTTO, A. – BONINSEGNI, L. – BOTTAZZI, R. – BOTTI, L. – BRACONI, G. (+) – BRESCIA, R. – BROVELLI, C. – BRUSATI, . – BUCHI, O. – BURASCHI, C.

CADRINGHER, M. - CAIRO, M. - CALDERONI, C.A. - CALEMME, L. - CALISE, A. - CAMPATELLI, S. - CAPONETTO, R. - CARTURAN, M. - CARUGATI, E. - CASARI, M.+ - CASSE’, C. - CASSONI, L. - CASTALDI, N. - CASTELLI L. + - CATTANEO, I. - CATTOLICA, D. - CAVACIUTI, R. - CAVALIERI MANASSE, G. - CAVECCHIO, E. - CECCHI, M. - CECCOMORI, A. - CELENTANO, R. - CERIANI, M. - CERMELLI, M. - CERUTTI, G. - CESCA, N. - CESCHEL, R. - CHIAPPE, A .+ - CHIESA, A. - CHIMIRRI, L. - CHIRIBOLA, D. - CHRISTOPHERSEN,H - CIBOLDI, PATRIZIA - CICALINI, B. - CINTI, M. - CISER,ANI L. - CISLAGHI, M. - CIVARDI F. - COCCHETTI L. - COLAVITO F. - COLAZZO B. - COLOMBO, A. - COLOMBO, D. - COLOMBO, G. - COLONNA, M. - COLONNELLO, A. - COLUCCI, E. - COMPARELLI, E. - CONFORTI, A. - CORNO, A. - CORSINI, R. - CORTELLAZZO, A. - CORTI, C. - COSCIA, A. - COSTANTINI, M. - CRAPANZANO, D. - CRESPI, C. – CRESPI, M. – CRIACCI, C. – CROCETTO, N. – CROCINI, A. – CUMANI, ARTURO

D’ACQUARICA, B. – DAL POZZO, G. – DA ROS, A. – DE AMICI, L. – DE DENARO, N. – DEIGNAN, K. –DE LAURENTIS, L. – DE LEONI, M. – DEL BALZO, M. – DEL FAVERO, C. – DEL MISSIER, A. – DEL MONACO, M. – DE MARCHI, L. – DE NICOLAI, B. – DERMO, L. – DIAFERIA, P. – DIDONI, L. –DI GIOVANNI, A. – DI MAIO, D. – DI LENARDO, F. – DI MARTINO, S. – DIOTTI, L. – DI TELLA, B. – DOSSI, S. – DOTTI, F. – DRAGO, W. - DURAZZANO, P.

EDERINI, R. - EGIZI, ERCOLE - ERCOLANI, R. - ESPOSTI, S. - ESPOSTO, M.

FAINARDI, R. - FALCONI, C. - FASAN, C. - FAZI, M. - - FELICIANI, F. - FERRARI, G. - FERRERO, L. - FERRETTI, M.L.+ - FILIPPI, GIANLUCA - FINOTTO, L. - FIORAVANTI, C. - FONTANA, R. - FONTANOT, A. - FORTUZZI, A. - FRANCESCHIN, N. - FRANCINI, A. - FROLDI, D. - FROLLA,’ C.

GABRI, G. - GALBIATI, M. - GAMONDI, M. - GANGERI, A. - GARAU, M. - GARIBOLDI, R. - GATTI SCIANDRA, M.V. - GATTI, M + - GATTI, U. - GELMETTI, L. - GENZIANELLA, T. - GHIZZONI, W. - GIANNOTTI, C. - GIBILLINI, R. - GIGOTTI, D. - GILI, D. - GIORGETTI, P. - GIOVANNINI, R. - GIUDICI, G. - GIULIANO, S. - GIUSTINI, G. - GOETZE, M. - GOLDANIGA, E. - GORNO, D. - GRASSI, T. - GRIGNANI, P. - GRILLONE, G. - GRILLONE, R. - GRILLOTTI F. - GRISANDI, C. - GRITTINI, L. - GROSSER, P. - GUACCI, L. - GUADAGNO, M. - GUADALUPI, M. - GUALERZI, R. - GUAZZI, P. - GUERINI ROCCO, F. - GULI’, B.

HAWRYLKO, DELPHINE

IZZO, F.

JELMONI, F.

LANZANOVA, TIZIANA - LASTA, GIULIANO - LAZZERI ,F. - LEONE, P. - LE PIANE, R. - LIBERATI, R. - LIGUORI, N. - LILLINI, M. - LI PUMA, A. - LOCONTE, V. - LONATI, G. - LONGHI, P. - LOPOPOLO, G. - LOSI, C. - LOVALVO, S. - LUCINI, S. - LUPICA, G.

MACCARIO, B. – MACCHI, R. – MAIOCCHI, A. – MANCINI, A. – MANCOSU, D. – MANGANO, R. – MANGONI, PATRIZIA – MANZINI, G. – MANZONE, G. – MARCHETTI, E. – MARCIÒ, PIERANGELA – MARTINELLI, M. – MARTINO, G. – MASCHERONI, S. – MASSI, T. – MASTRONARDI, VINCENZO (+) – MAZZANTI, A. – MAZZANTI, SILVIO (+) - MAZZIERI, S. – MAZZON, M. – MELILLO, T. – MENICHELLI, T. – MENTIL, G. – MEZZANO, D. – MIGLIACCIO, G. – MILANO, B. – MOMIGLIANO, M. – MONDOLFO, G. – MONTAGNOLO, R. – MONTI, F. – MONTI, R. – MONTINI, C. – MONTONERI, B. – MONTONERI, C. – MORANA, S. – MORETTI, F. – MORO, E. – MOTTA, S. – MULLON , L. – MUSELLA, B.

NANNI, G. - NANNI, S. - NAPPI, G. - NOVARINI, R. - NOVELLI, P. - NUZZI, M.

OLDRATI, L. - OSTINELLI, R. - OZDEMIR, P.

PADOAN, C. - PADOVANI, C. - PAGANI, M. - PANAGIA, A. - PANCINI, M. - PANIZZI, M. - PANTANELLA, A. - PANZERA, L. - PANZERI, M. - PAPPAGALLO, A. - PAPPOLLA, A. - PARISI, M. - PASCUCCI, O. - PASETTI, S. - PASQUALINI, M. - PECCHIA, M. - PEDOTTI, C. - PEDOTTI, G. - PELLIZZARI, N. - PERCOCO, G. - PERUGIA, M. - PESCAGLIN, P. - PIANTONI, A. - PIAZZA, G. - PICCARDO, S. - PIETRA, M. - PILLOLO, S. - PIROCCHI, ETTORE - PISANO, B. - POIDOMANI, F. - POLI, J. - PORTA, R. - POTENZA, R. - PRENDINI, A. - PUERARI, A.

RADAELLI, L. - RADAELLI, R. - RAIMONDI, G. - RAMOINO, E. - RE, PATRIZIA - REINA, M. - RICCADONNA, C. - RICCARDI, L. - RINALD,I L. - ROBECCHI, B. - ROCCA, L. - ROMA, C. - ROMANO, M. - ROMANO, P. - RONCHINI, G. - RONDELLI, A. - ROSELLI, S. - ROSSETTI ,A. - ROSSI, A. - ROTA, F. - ROVERE, A. - RUINI, R.

SAIBENE, M. - SAIN,I M. - SALVINI, G. - SAMMARCO, B. - SANCHINI, A. - SANDI, C. - SANGALLI, G. - SANSONI, G. - SANTARELLI, S. - SASSI ZANOLO, L. - SAVEGNAGO, M. – SAZIO, G. – SCAINI, E. – SCALAMANDRE, D. – SCARPA, F. – SCARPELLI, M. – SCASCITELLI, F. – SCHIAVONE, A. – SELMI, E. – SERAFINI, G. – SERAFINO, R. – SERANGELI, P. – SGARLATA, A. – SILVOTTI, B. – SIGNORINI, P. - SIMEONE, G. – SIMONE, ? – SINA, E. – SOMMA, G. – SOTIROPOULOS, S. - SPOLDI, C. – SPONZIELLO, R. – SQUARCINI, M. – STOTTUTH, M.

TABASSO, E. – TABBAT, D. – TAGLIAVIA, M. – TANZER, D. – TARANTELLI, E. – TARANTINO, G. –TARENZI, A. – TEGONI, LUIGI (+) –TEMPORALI S. - TEOLI, R. - TEUBNER, N. - TOMIET, L. - TORRI, E. - TORNAGHI, A. - TORRI, E. - TOSCANI, V. - TOTARO, D. - TRANI, M. - TREVES, M. - TREVISAN, R. - TRIPALDI, L. - TUDISCO, T. - TUETA, P. - TUMOLO, L.

UZZIELLI, M.

VAI, MAURO - VALLEGA, S. - VENTURINO, V. - VENEZIANI, F. - VERCELLI, S. - VILLA, M.T. - VIOLA, A. - VISIOLI, R. - VOLONTERI, D.

WEAVER, J. - WEISSY, N.

YARBROUGH, D.

ZANGHERATTI, C. - ZITO, G. - ZORZI, D. - ZOTTA, A

  6.f.01 Per sempre nel cuore 

  6.g. Incontri stimolanti 

Una delle cose che mi hanno dato più soddisfazione, nel mio lavoro, è stata la possibilità di incontrare e conoscere, a volte anche da vicino, persone interessanti, sia dal punto di vista professionale, sia da quello umano (quest’ultimo sempre importante, ai miei occhi).
Mi è piaciuto, in particolare, incontrare e ascoltare spesso persone che io giudicavo molto intelligenti. Fino a poco fa, su questo sito, avevo indicato - precisando "a titolo di esempio" - i nomi di alcune di queste persone. Ma poi ho deciso di cancellarli: la mia memoria rischiava di giocarmi brutti scherzi, inducendomi in gravi "peccati di omissione" e facendomi così fare qualche figuraccia con - se non addirittura un torto a - qualcuno dei non nominati, di cui peraltro avevo ed ancora ho grande stima. Mi limiterò a fare solo qualche nome di persone scomparse, un tributo postumo di cui nessuno potrà lamentarsi. Molto intelligenti a me erano sembrati, ad esempio, A. Chiappe, G. Cottardo, G. Fabris, G.L.Giordano,G. Livraghi, E. Pirella, M. Vecchia,…
Interessanti sono anche stati incontri con personaggi noti, come qualche regista (F.Brusati, Luigi Comencini (+), J. Ivory, i fratelli Taviani…), una grande ballerina (O. Dorella), musicisti (i fratelli La Bionda, F. Monti Arduini, molti altri nel mondo del jazz,…), grandi imprenditori (M. Ferrero, J. Nissim, A. Melchioni, B. Mentasti, A. Zegna…), uomini di scienza e di cultura (L. Vacca,…), personaggi dello spettacolo (F.Cerri, Sandro Ciotti (+), un giovane e non ancora politicizzato B. Grillo, Raimondo Vianello (+), Leo Wachter (+), … ).

La cosa più bella, ripeto e insisto su questo punto, è stata lavorare con persone intellettualmente oneste, che non sono state proprio moltissime. Persone che riconoscevano lealmente i propri limiti di competenza, e magari mi chiedevano anche aiuto. Persone che non imponevano il loro punto di vista solo in virtù del loro potere (classico l’atteggiamento arrogante “tu sei l’agenzia, io invece sono il cliente: io pago, quindi tu fai quello che dico io”). Persone che, grazie al Cielo, anteponevano la loro onestà e sincerità a certe diffuse e distorte regole “per far carriera”: quanti ne ho incontrati, ahimè, di quelli che per la carriera erano invece disposti a calpestare il cadavere delle loro madre, o quasi!
Ho sempre creduto, e anche cercato di convincerne i giovani, che le tre qualità più importanti nella vita e anche nella professione fossero – e fossero nell’ordine - le “ 3 i”di Integrità, Intelligenza e Impegno. E vorrei ancora una volta far arrivare tutta la mia ammirazione e la mia gratitudine a quelle persone, fra quelle che ho incontrato nella mia vita, che queste tre qualità hanno saputo fondere e profondere, riuscendo ad essere, per dirla in termini drasticamente semplici, contemporaneamente “buone e brave”. Grazie, grazie davvero. Da parte mia e, spero, anche di molti altri.


1982. Accompagno al piano O.Dorella per le riprese costumi Danskin Danza

1987, Milano. In ufficio con Mirella S. e G. Minoia

12 Dicembre 1989, Milano. Serata TP, con E.Pirella

7. ATTIVITÀ PARALLELE AL LAVORO D'AGENZIA

Oltre al mio lavoro primario e istituzionale di Account Management in agenzia, ho sempre cercato di “mettere il naso fuori”, di svolgere cioè varie attività esterne, o anche interne ma comunque parallele. E sono grato ai miei capi in M&G per avermi consentito – fin che ne ero alle dipendenze - di svolgere anche queste attività, che sono state soprattutto di tipo formativo, nell’area dello Sviluppo di Risorse Umane.

Per la TP (Associazione dei Tecnici Pubblicitari)

  • ho fatto parte, per molti anni, della Commissione per gli Esami Professionali, e sono stato a lungo Esaminatore (quanti Soci TP Professionisti, abilitati – anche – da me, ci sono in giro per l’Italia?)

  • Ho partecipato come organizzatore e docente, ancora per molti anni, ai Corsi Introduttivi e a Corsi Professionali

  • Ho istituito e diretto per un paio d’anni la delegazione Regionale Lombardia

  • devo alla TP anche la possibilità, sfruttata da me anche con tutta o parte della mia famiglia, di effettuare viaggi di lavoro ma anche di piacere in luoghi piuttosto fuori mano (Brasile, Russia,…)

Ottobre 1987, Milano. Presentaz. TP Lombardia., con E. Finzi e M.Tarquini

Per l’AssAP (Associazione Agenzie a servizio completo, poi diventata ASSOCOM)

  • ho partecipato all’organizzazione dei Corsi/Borse di studio dal 1982 al 1992, insieme soprattutto a G. Di Martino e a Marco Vecchia (+), sotto la supervisione ISSO (A. Gimari e D. Fuortes)

  • ho diretto gli stessi Corsi nell’area dell’Account Management

  • ho svolto varie docenze ed esercitazioni, sempre nell’area dell’Account Management

  • sono stato responsabile della Commissione Marketing Centro Studi (1993 e ’94)

  • sono stato Proboviro per due mandati (dal 1998 al 2004)

  • (Anche qui qualche nome: Beretta, Botter, Cottardo (+), Cottinini, Franchi, Livraghi, Maglia, Monico, Montangero, Perchinelli, Zambon, Wolhfahrt,…)


1991, Milano. Corso AssAP. In gruppo coi borsisti

Luglio 1992, Milano. Corso AssAP. Docenza in aula

Dicembre 1992, Milano. Corso AssAP. Commissione esami finali

Per Publitalia

  • sono stato coordinatore dei Seminari Account al ClubMed di Opio (Francia) nel 1991 e nel 1992

  • ho svolto docenze per loro seminari interni, organizzati dalla ISSO

Per Centromarca

  • sono stato a più riprese docente nei Corsi/Borse di studio Marketing

Per varie scuole di Pubblicità e Marketing

Sono stato organizzatore e/o docente di corsi per

  • l’Accademia di Comunicazione

  • l'Ateneo

  • il CESMA

  • . . .

Per varie riviste specializzate

Ho scritto articoli, rilasciato interviste e partecipato alle giurie per premiazioni. Riporto qui una parte – quella che mi è capitato di conservare – di quegli articoli e di quelle interviste.


8. ICONA s.a.s. (dal 1996)

Ero entrato in Milano & Grey come Account Supervisor, poi ero diventato via via Direttore Clienti, Vice direttore generale e Consigliere di Amministrazione. Poi però, negli ultimi anni della mia collaborazione con la M&G io non ero più dipendente, bensì consulente, per lei e per le sua numerose consociate, e le mie funzioni non erano più nell’area dell’Account Management, bensì in un campo più generale. Campo che andava dall’area della Ricerca Clienti a quella delle Risorse Umane (Ricerca e Selezione del personale), dal coordinamento di Ricerche per il Network Internazionale Grey al conseguimento della Certificazione di Qualità. Ma più che di ogni altra cosa mi occupavo di Formazione e Aggiornamento professionale, un’attività che mi appassionava da sempre (forse qualcuno ricorderà ancora quel programma che Fabrizio Feliciani aveva voluto chiamare “I Lunedì di William”, con incontri settimanali nell’intervallo pranzo allungato. Io ne ero “docente” ma anche coordinatore di interventi di altri relatori su argomenti di loro competenza. E questi incontri io li chiamavo “In.For.Magg.ini”, appunto per i loro aspetti di Informazione, Formazione e Aggiornamento).
Nel frattempo avevo aperto, insieme a mia moglie (che aveva alle spalle una carriera nella Ricerca e Direzione Media in varie agenzie anche multinazionali come JWT, TBWA e Leo Burnett) una nostra struttura di consulenza, sempre nelle aree del Marketing, della Pubblicità (Media in particolare) e della Formazione negli stessi campi.
La nostra attività era rivolta anche ad aziende di dimensioni medio-piccole, ma soprattutto ad Agenzie di Pubblicità, oltre che alle Istituzioni e Scuole che erano già state mie committenti. Così, per alcuni anni, abbiamo lavorato anche per alcune aziende (Forchir, Enotime,…) e per alcune agenzie (Italia BBDO, Trilogia, Roncaglia & Wijkander), oltre che per consociate del Gruppo Grey (Grey Roma, Grey Direct, Perfection Graphics, BRB).
Poi è arrivata l’età della pensione, e in pensione siamo andati, serenamente. Felici di poter affrontare una nuova fase della vita, una nuova vita.

9. ALLA FINE, ANCORA TANTI e TANTI NOMI

Sì, ancora tanti e tanti nomi. La spiegazione di questo mio “pallino” l’ho già scritta nella parte introduttiva (V. Il Filone), alla quale quindi rimando chi eventualmente ne fosse curioso.

Aegerter, J.B. - Artuffo, G. - Aghemo, F. - Albanesi, R. .- Albano, R. - Aldé, N. - Aletti, A. - Ambrosioni, P.L. - Ancona, E. – Anselmi, P. - Antonelli, S. - Arinci, G.+ - Arroni, L.? - Auricchio, D. - Avanzi,U. - Azzario, M.

Bacchiani, L, - Bacciocchi, R,.+ .- Bagantoni, M. – Baldanzi, D. – Baldi, A. – Baldon, L. – Barbiero, C. – Barletta, N. – Barone, F. – Bartoli, A. – Baruffa, C. – Barzini, B. – Bascapè, C. – Baumann, M. - Beltrame, C. – Beltrame, S. - Bell, M. A. – Bellandi, S. – Bellenghi, M. – Belli, C. - Belli, G. – Belli, M. – Bellino Weiler, B. – Beltrame, C. – Benati, F. – Benedetti, G. – Benveniste, J. – Berta, R. – Bertolaso, C. – Bertoluzzi, P. – Bez, S. – Bianchi, M. – Biasi, A. – Billet, R. – Biraghi, A. – Biraghi, G. – Boggia, R. – Bollini, G. – Bolchi, G.+ - Bonacina, E. – Bonalumi, I. – Bonalumi, M. - Bonaretti, T. + - Bondi, M. - Bonsaglio, R. – Bonsignore, B. – Borgio Leeman, F. – Borrello, A. – Borrini, A. – Boscolo, R. – Bosio, C. - Bossi Fornarini, R. – Bossoni, P. - Botti, W. – Bottino, F. + - Bovoli, N. – Bradford, H.- Brandani, C. – Braschi, G. – Brianzoli, G. – Brioschi, E.T. – Brocchi, M. – Brogi, M. – Brun G.+ - Brunazzi, G. – Brusati, E. + – Burei, A. – Busti, L.

Cagnolari, S. – Calabresi, A.+ - Calderoni, E. – Caleffi, C. – Caligaris, R. – Calò, G. - Calvanese, C. – Calvi, G. – Calvi Parisetti, G. – Camera, E. – Campanini, R. – Campbell, S. – Camposano, R. – Canino, A. – Cantoni, L. – Capacchioni, C.– Caputo, M. – Carcano, R. – Carlini, G. – Carmrlini Pozzi, A. – Carniel, F. + - Caroli, G. – Carotti, C. – Carrozza, G. – Casabianca, C. – Casadio, F. – Casalegno, G. – Casali, R. – Casati, G. – Cason, A. – Castellano, M. – Castellano, U. – Castigliani, F. – Catinella, P. – Cattaneo, M.+ - Cattoglio, F. - Cau, D. – Cavalli, V. – Ceccarelli, P. – Centurelli, ?. – Ceschi, C. - Ceregatti, ?. – Cervetti, P.A. – Chiadò, M. – Chiappa, L. – Chiodarelli, ?.- Ciardi, N. – Ciardi, S. – Ciarla, L. - Cimadori, E. – Cinti, A. – Ciotti, S. + - Cipriani, R. – Ciuti, E. + - Cocconi, P. – Codeluppi, V. – Cogliati, R. – Colombo, M. – Colussi, A. – Colwell, R. – Conese, G. – Consigli, L. – Consonni, T. – Contini, D. – Contri, A. - Coppe, R. – Corbidge, M. – Corradio, M. – Cortopoassi, R. – Corvi, M. L. – Cosco, G. – Cossarini, V. – Costaguta, C. - Costamagna, G. – Cottinini, T. – Cremaschi, M. – Creti, L. – Crisci, M. T. – Cristini, I.

D’Alpaos, P. - D’Agostino, A. – Dagradi, C. – D’Alessandris, F. – D’Aloja, G. – Damiani, P. – Damioli, M. – De Andreis, E. – Dedini, A. – D’Egidio, F. + - De Libero, ? – Della Torre, C. – Dellutri, M. – Del Mei, F. – Del Turco Rosselli, G. – De Luca, A. - De Maria, A. – Denon, L. + - De Petris, A. – Desfoux, P. – De Vita, M. – De Viti, C. – De Zio, L. – Diaz, D. – Di Giulio, S. – Dilettoso, G. – Di Martino, G. – Di Matteo, G. – Di Palma, G. – Donati, L. – Dorella, O. – Drogo, R. – Dusi, R. – Duzzi, M.

Elefante, M. – Ercolani, A. – Erminero, C. – Etteri, P. + - Ettorre, P.

Fabris, G. + - Falabrino, G. + - Fascetti, A. – Fasolino, G. – Ferracani, A. – Ferrari, G. - Ferri, G. – Finzi, E. – Finzi, R. – Fiorani, A. + - Fogliacco, R. – Fognini, A. – Fois, C. – Fontana, G. + – Foresti, M. –Forlay, G. + - Fornaciari, D. - Fossati, P . - Frasca Polara, D. – Fraschini, N. + - Frateschi, B. – Frea, E. – Frontori, L. – Frosi, A. – Fuortes, D. – Furlanetto, E. + - Furlanetto, P. – Fusi, M. – Fuso Nerini, R.

Gallo, N. – Gandin, A. – Garavaglia, P. – Gardenghi, M. – Gariboldi, F. - Ghioni, L. – Giachetti, B. – Giani, E. - Gianni, F. - Giannitrapani, M. –Giannone, C. – Giavazzi, G. – Gillot, T. – Gimari, A. - Ginnasi, V. – Girani, I. – Girone, P – Gironi, L. M. – Giugnini, G. – Gobbi, C. – Godano, M. – Gogna, G. – Granich, Tom – Grigis, B. - Gritti, R. – Grua, P. – Gualerzi, R. – Gualtieri, G. – Guarino, F. – Guaschi, G. – Guastalla, E. – Guastalla Lucchini, G. – Guastoni, V. – Guérin, F. – Guerra, E. – Guerra, F. – Guerriero, G. – Guffanti, E. - Guglielmone, A. – Gugnami, ? – Gussoni, P.

Holdsworth, T.

Iannacone, C. – Ioppolo, D. – Ivaldi, M.

Jenner, N. - Johannesen P.

Khail, P. +

La Bionda, C. – La Bionda, M. – Lasagna, Robert - Lazzari, A. Q. – Legge, P. – Lehmann, E. – Lentati, S. + - Leonardi, M. - Levi, A. – Levi, E. – Levi, N. – Liberanome, V. - Lioy, F. – Litster, A. - Livraghi, G. – Lodi, S. – Lombardi, G. – Lombardini, G. – Lombardo, G. – Lucchi, R. - Lunardon, D. – Luparia, P.F. – Lupetti, F. – Luppi, F.

Maestrami, D. – Maglia, V. – Maiocchi, R. – Malegori, G. – Mancuso, M. – Manfredini, N. – Mannelli, P. – Manni, M. – Marchi, V. - Marcialis, G. – Margoni, A. - Marigonda, E. + - Martinetti, F. – Martinez, G. – Marzolo, G. – Masin, A. – Maugeri, G. – Mazzanti, M. - Mazzucchelli, S. – Mc Allister, C. – McManus H. – Meinardi, A. – Melik, E. – Melzani, C. – Migliori, V. – Minoia, G. - Modugno, R. – Mola, F. - Molony, C. – Momigliano, C. - Monico, B. – Monroe, T. – Montagna, L. – Montangero, E. – Montgomery, C. T. – Monti Arduini, F. – Morange, Gilles - Morelli, R. – Mosso, D.

Nali, G. – Nalin, C. – Napoli, R. - Nascimbeni, P. – Nastasi, A. – Necchi, A. – Needham C. + - Negri, N. – Neuburg, T.

Ochoa, I. – Oliveira, Eugenio - Oliveira, Luigi - Orelli, F. – Orlandi, D.

Pahlevich, E. - Paluselli, R. – Parazzoli, V. – Parini, M. – Pasotto, B. – Pasquero, …- Pavan, C. – Pavesi, E. – Peccerillo, D. - Pecoriello, G. - Pedone, T. – Perchinelli, F. – Perniola. M. – Perri, L. + - Pesaro, G. – Pesserelli, G. – Piccinardi, A. – Piccioni, G. – Piepoli, N. – Pincherle, G. - Poggioli, M. – Pogliana, A. - Polenghi, F. – Polli, I. – Poloni, L. – Porro, G. – Porzio, S. – Pospi, L. – Pospi, P. – Pozzi, A. – Pratesi, P. – Priore, R. – Probo, L. – Puccioni, L.

Quarantotto, C. – Quarra, M.A.

Radaelli, T. – Rampello, D. – Rancati, L. – Rastelli, L. - Ray, R. – Re, G. + - Re, S. – Renton, B. – Repetto, R. – Resmini, N. – Riccio, R. – Ricordi, F. – Righetti, P. - Rinaldi, l. - Ritter, F. – Riva, T. – Robbiati, E. – Romanelli, M. – Romano, C. – Romano, P. – Romoli, ? - Rosselli del Turco, G. – Rossi, G. – Rossi, P. – Rossi, V. – Rossotto, R.

Sala, A.E - Salimbeni, C. – Sandri, S. – Sangorrsky L. P. – Santini, F. – Sartori, F. – Sason, F. – Scafoletti, A. – Scazzosi, ? - Schieppati, A. – Schoenheit, G. - Scoccia, S. - Scotti, A. + - Scotti, C. – Scrivani, V. – Scurrìa, M. .- Scutari, R. – Secchi, S. – Selleri, A., + - Sermasi, E. (+) - Sfogliarini, B. – Signorini, F. – Silvano, M. - Silvestri, L. – Sobrero, F. – Solinas, F. - Soregaroli, M. – Spaghi, F. – Sparvoli, A. – Squarcini, M. – Squillante, M. – Strano, M. G.

Tagliaferri, M. – Talenti, E. – Takats, E. – Tarchi, R. - Tarquini, M. – Tazartes, ? - Tecchio, G. – Tessi, P. + - Testa, G. – Tirelli, D. – Tommasoli, S. – Tosto, G. – Traxler, M. (+) - Trinca, P. – Tringali, G. – Turrini, A. – Tyzac, T.

Unnia, F. – Usellini, D.

Vacca, R. – Vaglica, V. – Valcelli, M. – Valente, A. – Vallana, G. – Vecchia, M. + - Vella, M. - Ventura, I. – Vera, E. – Vercelloni, L. –Vergani, B. – Vergani, E. – Vergeat, M. - Veronelli, L. + – Vicari, V. –Vigoni, ? – Villa, G. – Villani, P. – Visconti, D. - Visintini, G.

Wachter, L. + - Wachter, S. + - Ward, A. – Wilkinson, N. – Wolfahrt, A. – Zaccone, A. – Zambon, A. – Zambon, F. – Zanni, R. – Zanoni, C. – Zincone, L.A. + - Zingales, F. +

10. Altri documenti: testi, video, ecc.

 

Elenco dei borsisti AssAP dal 1981 al 1992

Quello che compare nelle 8 tavole seguenti è l’elenco – molto probabilmente completo – dei giovani che vinsero una Borsa di Studio AssAP e frequentarono il relativo corso – con training in agenzia - a partire dalla prima edizione (1981/83) fino all’ottava e ultima (1992). Le tavole indicano anche la specializzazione di ciascun borsista e l’agenzia presso la quale ricevette il training. La corrispondenza fra il numero del corso e la data di svolgimento è indicata nell’ultima tavola (n.8). I nomi propri sono tutti cancellati, salvo le loro iniziali, per le ragioni già citate nella parte “Il Filone – Introduzione” di questo sito.

ELENCO DEI BORSISTI AssAP DAL 1981 AL 1992

10.2 Lezione di marketing e pubblicità